Inviato da Maria il 6 Giu 2013 in blog, briciole sul davanzale, pensieri come stoloni | 4 commenti
molto tempo fa una persona mi inchiodò alla definizione di “implacabile”, nel senso letterale di “persona senza pace”. ancora oggi mi ci riconosco pienamente, e riconosco la terapia con cui ho lenito il mio non trovar pace. ho vissuto sbranando tutto, sempre attenta a scansare il pericolo dei rimpianti.
Ma sei riuscita a lenire?
come sai, continuo inesorabilmente il mio cammino “senza pace”…
Una trama di relazioni
tessuta con invisibili fili
mi unisce
allo spazio che abito.
I fili si intrecciano,
si annodano,
si addensano
in punti d’incontro.
Da qui percorro
la linea del tempo
che dallo spazio
mi conduce ad un luogo noto
… e giungo alle stanze della memoria
dove altre trame sono state tessute
Nell’angolo più lontano
la rete di fili è la mia culla,
che mi accoglie e mi avvolge
come lo Sguardo che rivedo.
Nella densità oscura
dell’originario punto d’incontro
è lei che mi aspetta:
mia madre.
Ed è lei che mi lascia andare.
E io vado, esploro, conosco,
divento costruttore
di mondi “pieni” di significato,
di mondi vuoti per lasciare tracce,
di punti, di linee,
di boschi, di porti,
di sospensioni, di ancoraggi,
di mete estese, di confini.
ho una ossessione, io, per tentare di ricondurre l’esistenza a teoremi geometrici, a punti, linee rette e curve, a pieni e vuoti…quanto a costruttore di boschi, poi….