Inviato da Maria il 13 Dic 2014 in blog, magarìe, pensieri come stoloni | 0 commenti
L’immagine iconica della strega medioevale, vecchia brutta e intenta a far bollire turpi ingredienti nel suo calderone ha subito una interessante evoluzione che ha accompagnato la intera storia delle donne, fino a giungere alle grandi cucine della letteratura sudamericana, dove perennemente comunità di donne convivono con gli spiriti che non vogliono abbandonare il loro luogo e il loro ruolo, insieme avvolte nel profumo delle spezie e nella funzione di trasmissione dei riti . Da Amado alla Allende la cucina è il centro del mondo e la fucina della società.
Il nostro tempo bastardo vede una ulteriore evoluzione di questa immagine: quel grosso calderone in perenne sobollimento che è l’elettrodomestico televisore sforna in dosi da cavallo novelle Circi, improbabilmente belle truccate ed eleganti ai fornelli, che cucinano e trasmettono alle loro consorelle gli ingredienti per fatture di legamento che dovrebbero tenere insieme i frammenti scomposti di famiglie esplose. In sostanza , in 1000 anni, dalle ali di pipistrello al cakedesign, le vie dell’amore passerebbero sempre per la gola.
Ci sarebbe poi da notare che quando la magia diventa un affare lucroso, spuntano come funghi gli stregoni, un tempo itineranti venditori di improbabili intrugli pseudofarmaceutici,oggi fastosamente addobbati con divise bianche, cappelloni da cuoco e magistrale abilità a cavarne denaro.