Inviato da Maria il 13 Lug 2012 in blog, pensieri come stoloni | 2 commenti
Praticamente da sempre l’uomo sogna e teorizza il giardino come IL luogo perfetto della perenne primavera.
Il modello forse più antico è il”pairi deza” persiano, da cui l’ebraico “pardès” e il greco “paradeisos”.
Le religioni monoteiste, che hanno origine in Abramo, sono tutte caratterizzate dalla osservanza di regole codificate negli scritti sacri.
Rivolgendoci all’ Ebraismo, i suoi libri sacri sono la Bibbia e la Torah : se nella Bibbia troviamo la precisa descrizione del Paradiso in Genesi, nella Torah si sancisce l’assenza del legame divino con la terra, espresso nella figura del deserto, che rappresenta il destino umano di sofferenza.
Nella religione cristiana i libri sacri sono la Bibbia ,che esordisce con la Genesi in cui sottolinea il legame fra la nascita dell’uomo e la creazione del giardino, e i Vangeli, dove troviamo invece alcuni esempi di giardini della sofferenza, quali l’orto degli ulivi, luogo della tentazione, e il giardino di Giuseppe di Arimatea, scenario della sepoltura e della resurrezione. Peraltro in epoca più tarda troveremo i giardini claustrali, che per molte caratteristiche rievocano il giardino di Eden, anche nella mancanza di libertà che ne è caratteristica, questa volta assoggettati alla regola monacale, dove la necessità di ordine e controllo è espressa da canoni numerologici e la rigida necessità della simmetria dà corpo alla chiusura dello spazio, che in qualche modo seleziona l’umanità, i buoni dentro, i cattivi fuori.
mi piace
ero malata di simmetria
per fotuna me ne sono liberata
bene, così i cattivi possono scorazzare liberamente dentro e fuori…