Inviato da Maria il 24 Mag 2012 in blog, genius loci | 2 commenti
Il tempo delle ore ha forma retta e, come tutte le linee troppo rigide e unidirezionali, non mi piace.
Il tempo delle stagioni è ciclico, ha un morbido andamento circolare, è disponibile a tornare sempre su se stesso, come i percorsi in un giardino. Ha sapore di necessità, ma non di condanna.
La scelta del giardiniere è certamente nella direzione della ciclicità delle stagioni…come Persefone, come un seme sotto la neve, trascorro l’inverno al chiuso nell’attesa che la primavera venga a tirarmi fuori.
Ma ignoro il tempo delle ore, che hanno una lunghezza così variabile in funzione che si sia fuori a zappare o dentro a progettare, sepolti fra i libri dei giardini-maestri.
A trent’anni ho dismesso l’orologio, e non sono mai più caduta in tentazione.
e – dovresti aggiungere – per questo motivo sono sempre in ritardo.
il ritardo è una pura categoria dello spirito.