Inviato da Maria il 10 Lug 2012 in blog, la serra delle parole | 5 commenti
“…voglio chiedere: cosa accadrà del giardino, quando io morirò? Nella forma in cui tu lo vedi adesso, senza di me non sopravviverebbe nemmeno un mese.Tutto il segreto del successo non è nella grandezza del giardino e nel numero di operai, ma nel fatto che io amo il mio lavoro, capisci?-l’amo forse più di me stesso.Tu guardami: faccio tutto da solo.Lavoro dalla mattina fino a notte. Tutti gli innesti li faccio di persona, le potature io, i trapianti io, tutto io. Quando mi aiutano, sono geloso e mi irrito fino ad essere villano.Tutto il segreto è nell’amore…e in quel sentimento che, quando vai in visita da qualcuno per un’oretta,ti fa stare lì seduto come un’anima in pena, e non sei più tu: temi che possa succedere qualcosa al giardino. E quando morirò, chi vi baderà? Chi lavorerà?Un giardiniere? Operai?Si? ma ecco quel che ti dico, mio caro amico:il primo nemico del nostro lavoro non è la lepre,non è il gelo nè il maggiolino, ma è ogni persona estranea allo spirito del giardino”
dedicata a Mario, con cui s’è già fatto spesso questo discorso…ma l’interlocutore, questa volta, è Anton Cechov
eh, sono problemi che chi possiede solo un misero balconcino 2mtx1mt non ha.
eppure magari potrebbe caderti sul groppone, un giorno, il problema…
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il ciliegio
Già ero vecchio e stanco
per prenderla con me,
ma il vecchio giardiniere
rinunciare come può
all’ultimo suo fiore,
se l’inverno viene già.
Già ero vecchio e stanco,
ma la volli per me
e il sorriso della gente
di nascosto accompagnò
il mio andare verso casa
e l’inverno viene già…
Lei era la più bella
che avessi visto mai:
sorrideva fra le ciglia
e il mio cuore riscaldava,
era l’ultimo mio fiore
e l’inverno viene già..,
Poi anche il mio cillegio
a suo tempo maturò;
lei venne un mattino
a chiedernnene i frutti.
“Devo avere quelle ciliegie
perche presto un figlio avrò”.
Io guardavo le sue guance:
più bella era che mai.
e sentivo dentro me
già crescere la rabbia:
“Chiedi al padre di tuo figlio
di raccoglierle per te”.
Sorridendo come sempre,
le spalle mi voltò
e la vidi in mezzo ai prato
verso l’albero guardare:
era l’ultimo mio fiore
e l’inverno viene già.
Fu il ramo suo più alto
che il ciliegio chinò
ed il padre di suo figlio
così I’accontentò.
Già ero vecchio e stanco
per prenderla con me,
ma il vecchio giardiniere
rinunciare come può
all’ultimo suo fiore,
se l’inverno viene già.
—————————–
Soundtrack, Angelo Branduardi
Pensa che sto ascoltando proprio adesso il cd di Branduardi La pulce d’acqua dove c’è la canzone Il ciliegio che sta scritta qui sopra…
Ne abbiamo parlato tre giorni fa, del problema di cosa succederà al giardino quando il giardiniere morirà, ricordi?
Al giardino del giardiniere, alla biblioteca del bibliofilo, alla cantina dell’enologo, alla collezione di cd del musicofilo… Forse prima o poi finirà tutto come la biblioteca di Alessandria, ma è bello sperare che ci sia comunque e sempre qualcuno che raccolga l’eredità pratica ed emotiva del defunto; di te, di me, di noi tutti quando saremo defunti; bello sperare che apres moi non ci sia soltanto le deluge.
che gioia ritrovarti,subitosubito, qua fuori,nell’aria…