Inviato da Maria il 20 Mag 2012 in blog, magarìe | 0 commenti
L’antica cultura popolare vuole che le streghe amino gatti, rospi e rapaci, e naturalmente questo ha trovato voce nelle favole, così il principe azzurro è trasformato in rospo,e spesso incontriamo gatti parlanti.
Così capita che il mio giardino sia abitato, fra l’altro, da una colonia di amati gatti variopinti, e spesso visitato di notte dalle civette.Quanto ai rospi, non ho potuto che metterne in giro qualcuno di pietra,placidamente in attesa del bacio fatale.
In realtà il senso della magia pervade il mio e, io credo, tutti i giardini.Piucchemmai quelli amati e costruiti da una donna.
Perchè siamo tutte un po’ figlie di quelle donne della preistoria che, mentre gli uomini coltivavano la loro aggressività dedicandosi alla caccia, restavano nei pressi della grotta che li ospitava, e imparavano a conoscere e usare le erbe che vi crescevano nei dintorni, a distinguere le piante di uso alimentare da quelle medicamentose e velenose.
Più tardi nell’hortulus di maghe e sante (Hildegarda per tutte) si prepararono ricette d’erbe” per la vita, per la morte, per l’amore, per l’estasi e per l’oblio”; coltivate sempre in aiuole separate fra loro, di forma quadrata e terra nera, vegliate da un rosmarino selvatico.
La donna nel Medioevo si impossessa di un potere, quello della guarigione del corpo e dell’anima, che è storicamente maschile, e storicamente riservato a pochi(e ricchi), e viene così vista come destabilizzatrice,”nemica del giusto ordine delle cose, ostile a Dio e agli uomini”(dal Malleus Maleficarum) e pertanto tragicamente perseguitata .
In realtà le donne-streghe non fanno che allargare il loro senso universale di sorellanza e solidarietà, e scegliere di aiutare le altre donne e i poveri in genere, sin allora privati di ogni forma di cura ai loro mali.