Inviato da Maria il 5 Ott 2016 in blog, briciole sul davanzale, pensieri come stoloni | 0 commenti
Il 3 gennaio del 2000 io compivo 44 anni, e mia madre mi disse che non sarebbe passata a trovarmi perché aveva un po’ di febbre.
Il 20 gennaio andò in ospedale per una TAC, e in primo pomeriggio mi chiamarono d’urgenza perché il medico desiderava parlarmi. Sul viale che dal parcheggio portava all’ingresso dell’ospedale raccolsi alcune capsule di Eucalipto, le incisi con l’unghia e pensai che avevo bisogno di un odore che fosse per sempre nella mia testa collegato a quel momento. Il medico mi disse che mia madre aveva metastasi tumorali in tutto il corpo, che era incredibile che fino ad allora non avesse avuto sintomi dolorosi, e che era meglio, a suo parere, tornare a casa e aspettare una fine molto vicina.
Chiamai le mie figlie, le avvisai di quanto stava per succederci; la prima tornò a casa ,era al primo anno di università fuori sede, portando alla nonna in regalo il primo trenta. Quanto alle piccole, forse avrei dovuto proteggerle un po’, non riversare loro addosso una cosa più grande di quello che potevano sopportare….ma contavo molto sulla grande, e sul fatto che insieme ce l’avrebbero fatta, anche senza di me che diventavo da allora solo LA FIGLIA.
Mia madre morì il 1 marzo del 2000, in un giorno di sole. Fino a 3 giorni prima ,seduta in poltrona poiché si rifiutava di rimanere a letto perché aveva voglia di guarire presto da quella che le fu detto essere una polmonite, aveva dettato la quotidiana nota della spesa e l’elenco dei servizi necessari per quel giorno , fra i quali, sempre, quale paio di pantaloni e quale maglione far indossare a mio padre.
Quei due mesi furono il giro di boa della mia vita, adesso lo so con assoluta precisione, furono l’unica storia che ho da raccontare.